Scritto da Luis Huanca
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lunedì 24 febbraio 2014 |
Da quando ho messo da
parte velleità agonistiche, ho eletto la corsa a sana e fedele (più
di quanto io lo sia nei suoi confronti) compagna di vita e di viaggi.
Appassionato di viaggi,
sull’aereo appena ne ho l’occasione, ho fatto del correre un modo
privilegiato di esplorare i luoghi che visito. Magari mentre i miei
compagni di viaggio se la dormono fino a tardi, o per riempire la
noia del jet lag, o più semplicemente per gustarsi la brezza del
mattino, non c’è viaggio dove non mi sia portato un paio di fedeli
scarpette e qualche semplice indumento per onorare la mia passione.
Tra i miei
allenamenti/esplorazioni più belli ricordo: la costiera tra San
Diego e La Jolla, piena di surfisti e ville da favola; il mitico
Central Park di New York; le montagne della Nuova Zelanda, con
pascoli gravidi di ovini e bovini che mi lasciavano il passo; la
marina di Sidney, tra edifici resi famosi dalle olimpiadi; il lungo
lago di Chicago, con allenamento in parallelo ai marines e non da
ultimo il Golden Gate di San Francisco. Correre per le città fa
mettere da parte l’abito del turista e ti fa ambientare con
immediatezza nei panni di chi la città la vive davvero. Oltre a
moltiplicare le occasioni per scoprire angoli che al turista
tradizionale sfuggirebbero.
Nel mio ultimo viaggio in
Nepal ho scoperto che questo non vale solo in città, ma anche quando
si è immersi nella purezza della natura. Alle prese con un trekking
semplice, obiettivo un cinquemila - con Alex che si chiedeva se c’era
bisogno di andare fino in Nepal per correrne uno avendo confuso delle
mie parole l’asse orizzontale con l’asse verticale =) – ho
avuto modo di correre la più bella corsa della mia vita.
Il giorno di Natale era
previsto un giorno di riposo e acclimatamento: da 3500 a 3800 slm,
poche ore di cammino per prepararsi all’assalto allo Tsergo Ri, il
5000 slm del giorno dopo culmine del trekking della valle del
Langtang, a 60 km a nord di Katmandhu. I trekking in Nepal sono una...
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Ultimo aggiornamento ( mercoledì 09 aprile 2014 )
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Scritto da Alfio Rota
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domenica 09 febbraio 2014 |
L'alba in riva al mare
Domenica 2 febbraio... in qualche remoto punto dello spazio alle
4:00 a.m. ora terrestre sull astronave Arcadia la sveglia del capitan
Halfiock si attiva propagando l'inconfondibile sound dei Vintage
Trouble.
Alluci e indici del nostro capitano, ancora sotto coperta, si muovono in simbiosi tenendo il ritmo sino al completo risveglio.
In
pochi minuti il nostro eroe è operativo e dimostra a se stesso tutti i suoi superpoteri trasformando inutile acqua in ottimo caffè (evitiamo
paragoni azzardati).
A.m. 4:40 la ciurma è al completo pronta
per partire con Marco e Rosa (compagni inseparabili di lunghe corse) e
Luca (fresco arancino) direzione Santa Margherita Ligure.
I
fantastici 4, guidati da quel romanticone del capitano, arrivano in
tempo per gustarsi l'alba in riva al mare.
Missione in programma? LE DUE PERLE
Ore 9:00 START
L 'obbiettivo principale dei 4 amici è divertirsi, oltre che essere testimoni al battesimo di Luca.
L'idea premeditata di Halfiock è quella di provare a correre una mezza
vestendo i panni del runreporter armato di fotocamera e determinato a
gustarsi a pieno il panorama che poche gare come questa possono vantare.
Il
panorama e l'allegra compagnia fanno quasi dimenticare ai partecipanti
che il percorso ondulato non è altro che la distanza che separa Santa Margherita Ligure
a Portofino da ripetere per 4 volte.
Cosi i nostri eroi si permettono due biscotti con Valeria per colazione.
Luca
Ferrari (di nome e di fatto) è il primo della ciurma a tagliare il
traguardo pienamente soddisfatto e felice di essersi regalato il
battesimo in una location da urlo.
Poco dopo anche il resto della ciurma taglia il traguardo consapevoli che la missione non è terminata.
Una volta lavati e profumati dovranno affrontare un'enorme tavola imbandita.
Spritz... gnocchi al pesto... dolce e un gigantesco limoncello... e anche questa battaglia è vinta.
Ai
nostri medagliati non resta che riprendere la via di casa con un
sorriso stampato sul volto figlio di una giornata da incorniciare...
Anche
questa avventura è andata... il misterioso e randagio pirata torna a
bordo dell'Arcadia sempre più convinto che l'universo è la sua casa... la voce sommessa di quel mare infinito lo invoca e lo invita a
vivere senza catene... la sua bandiera è simbolo di libertà... Zan Zan
....
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Ultimo aggiornamento ( lunedì 10 febbraio 2014 )
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Scritto da Nicola Greggia
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mercoledì 05 febbraio 2014 |
Alfio, Massimo, Ezio, Antonio, Ottavio, Iacopo, Nicola e Luciano
Pubblichiamo l'articolo scritto in data 26/01/2014 dall'amico e compagno di corse Nicola dei Runners Bergamo e Runners della Bassa.
"Due righe sulla corsa di
oggi:
Sinceramente sono un po di parte, in quanto nativo di Crespi
queste zone le conosco benissimo e le adoro, detto questo vi dico che
oggi mi sono divertito tantissimo; tanti gli amici di sempre, tanti
quelli nuovi o conosciuti da poco.
Si decide di partire con un ritmo
del 4'30'' insieme ad Alfio
Del Casinett Rota, Luciano
Porcino, Antonio Appiani e Massimo (Medirun conosciuto oggi).
Il
percorso inizialmente è veloce e nonostante il buon numero dei
partecipanti si riesce a prendere il ritmo voluto dopo circa 1 km.
Passata la frazione Porto ci si butta giù verso l'Adda e qui
comincia il percorso duro, sterrato ma affascinante di questa mezza
anomala. Sento che le gambe girano bene, il 4'30'' si tiene in
scioltezza e addirittura mi impongo di rallentare perchè vado vicino
ai 4'15''. Nel frattempo il buon Alfio, giusto per dimenticare le
fatiche della Montefortiana di 7 gg fa, decide di salutare e si
invola verso un 10000 da Pb (il mio). Rimane il quartetto
Greggia/Porcino/Appiani e Massimo, appena avanti di 50 mt un
agguerrito Terenzio sembra ingaggiare una gara della serie vi sento
arrivare ma non mollo!
Passano i km, il ritmo costante paga (poi
io adoro lo sterrato) e ci presentiamo alla prima salita che
affrontiamo senza spingere ma con decisione, si riprende un pò di
fiato ed eccoci alla seconda salita quella più tosta. Luciano è un
poco indietro ma alla fine si farà sotto arrivando un pelo dopo del
sottoscritto. Si affrontano i 2 tornanti e si tira il fiato, il
pensiero è: "bona, la salita è finita".
Mi ricordavo che
la "strada dei conigli" ha una falsa pendenza a sfavore da
Trezzo a Cornate, ma non pensavo così a sfavore! Riprendiamo
Terenzio (bravo Ezio ottimo rientro col pettorale) e cominciamo a
vedere l'Alfietto sempre più vicino. Massimo comincia a pagare la
durezza del percorso e rallenta un poco, Antonio mi lascia andare e
sta li con lui. Raggiungo Alfio tra il 17 e il 18 e riusciamo ad
impostare un ritmo ancora vicino al 4'30''. Ecco la seconda sorpresa
degli ultimi km. Vento forte e naturalmente contrario. La domanda che
mi faccio sempre è: possibile che qualsiasi sport tu faccia, in
qualsiasi posto tu vada, quando trovi vento questo è sempre a
sfavore? Va bè, qui esce la differenza tra uno che sa soffrire sui
42,195 e chi no, nonostante le difficoltà cominciamo (in realtà era
già da qualche km) a "raccogliere i cadaveri" e sorpresa
delle sorprese il cugino Antonio Appiani ci raggiunge nel pezzo di
corsa più duro.
Finisce la pendenza a sfavore, anzi inizia una
discesa. Antonio dice: "questa discesa non mi piace", e
anch'io che conosco la strada, non mi faccio ingolosire, lasciamo
andare le gambe veloci ma senza spingere, infatti di lì a 200 mt
taaaac... ecco la salita spacca gambe del 20° km.
Si gestiscono le
ultime energie e come fanno i buoni amici si taglia il traguardo
insieme a braccia alzate. Appena staccati arriveranno Massimo e
Luciano e ancora Massimo, il gruppetto Medirun alla spicciolata con
Ezio, Ottavio, Curnì e tanti altri che conosco solo di vista e la
Emy, reduce da una brutta caduta con un labbro spaccato. Arriva poi
anche il Fabri che imbecca una giornata no, ma chi corre lo sa che
non è sempre festa!
All'arrivo ecco la Ro
Rando pronta a scattare foto da dx a sx, ci raggiunge il Mister
dopo il suo allenamento, tante chiacchiere di scambio complimenti ed
impressioni sulla corsa ed il suo contesto. Un buon caffè, doccia e
a casa pronti ad affrontare le fatiche dei prossimi allenamenti e
delle prossime uscite in compagnia.
Un ringraziamento
all'organizzazione di questa corsa, grazie per avere avuto il
coraggio di rivalutare i nostri bellissimi posti, grazie per avere
proposto una mezza "nostrana" con alcune pecche
organizzative che vengono comunque abbondantemente coperte da tutto
il resto, grazie per un percorso atipico per una mezza Fidal, grazie
e ci si vedrà il prossimo anno."
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Ultimo aggiornamento ( venerdì 30 marzo 2018 )
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Scritto da Alessandro Efrem Massironi
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sabato 01 febbraio 2014 |
Alex e Vito insieme a lla mezza di San Gaudenzio
Da diversi anni la mezza di San Gaudenzio rappresenta per me l'inizio dell'anno podistico.
Perciò puntuale mi presento al nastro di partenza per compiere una sorta di pellegrinaggio ed avere un responso di come sarà la mia stagione agonistica.
Nonostante il popolo Medirun abbia seguito il richiamo di nuove divinità animiste sulle sponde dell'Adda i cui cerimoniali hanno richiesto pure il sacrificio di un labbro della pulzella Emy, con l'apprendista stregone Vittorio, allievo del maestro Shifu di Castelrozzone, e la "sacerdotessa" Cristina esperta nell'arte dei tre elementi Acqua (Nuoto) Aria (Ciclismo) e Terra (Corsa) è stato possibile officiare nuovamente al rituale piemontese.
Abbiamo corso insieme per buona parte del tracciato, cercando di tenere un ritmo sostenuto sin dall'inizio.
Infatti il passaggio al decimo chilometro in 40' 30'' faceva presagire un buon crono finale.
Subito dopo l'abitato di Monticello ci attendono due lievi salite: la prima in concomitanza dell'attraversamento del torrente Agogna, mentre la seconda ci immette sul lungo rettilineo che ci riporta verso la città.
Stranamente attacco, ma poco dopo pago lo sforzo e dal 13 km calo l'andatura, mentre Vittorio rimane davanti con un gruppetto di " rapaci" capeggiato da una donna.
Al 17 km per me è suonata la riscossa al ritmo di Space Robot (www.youtube.com) per tentare l'agganciamento. Anche questo motivetto canticchiato mentalmente funziona. Al 19 km raggiungo Vittorio.
Peccato che Vittorio non sia venuto in scia gli ultimi due chilometri per cercare di riacciuffare un atleta con la maglia gialla del Casorate che ci aveva superato al quinto km dichiarando " La faccio in 1h 25' o anche meno".
Comunque le nostre prestazioni sono dignitose e soddisfacenti.
Chiudo in 1h 27' 38' confermando che la mezza di S. Gaudenzio è propiziatoria di successi futuri.
Con 1h 28' 00'' Vittorio eguaglia il proprio personal best, ottimo biglietto da visita per l'ingresso nella categoria SM50.
Purtroppo Cristina era in giornata da bollino nero...(capita)...segnando il suo peggior tempo in mezzamaratona.
Curiosità: è successa la stessa cosa al Presi a Cornate d'Adda!!!
Concludo con una citazione biblica:
Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo e ho visto che è un popolo dalla dura cervice.
Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li distrugga.
Di te invece farò una grande nazione».
Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché Signore, divamperà la tua ira contro il tuo popolo,
che tu hai fatto uscire dal paese d’Egitto con grande forza e con mano potente?...
...Il Signore abbandonò il proposito di nuocere al suo popolo.
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Ultimo aggiornamento ( sabato 01 febbraio 2014 )
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Scritto da Luis Huanca
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domenica 26 gennaio 2014 |
Luis Huanca premiato alla SIDO fun run
Ho cominciato a correre
nove anni fa, quando mio cugino appassionato di ciclismo mi racconta
di aver letto su una rivista che c’è una corsa (Marcialonga
Running ndr) che è valida come Campionato Mondiale di Corsa su Lunga
distanza per Medici e Odontoiatri.
Non so chi non ha mai
sognato di essere “campione del mondo” in qualche disciplina, ma
arrivati dopo i vent’anni è difficile immaginarsi competitivi in
qualcosa di serioso. Questo sedicente campionato del mondo era
l’occasione banfata per mettersi in gioco, e così ho cominciato a
correre.
Nel 2007 ho quasi
coronato il sogno, complice uno stage pizzolatesco condiviso in quel
di Livigno con il Presy, Alex, Antonio e Andreani. Un medico
cecoslovacco mi ha soffiato di un minuto il gradino più alto nella
categoria dei giovani, mentre un cardiologo veronese giungeva primo
della categoria assoluta.
Luis al via Da allora il sogno è
stato riposto nel cassetto, complici le circostanze della vita che mi
hanno fatto allontanare ma non troppo dalla corsa, diventata
ultimamente un mezzo per perdere qualche chilo di troppo.
Ma certi sogni non si
dimenticano mai (purtroppo la Marcialonga Running per medici e
odontoiatri è un progetto ormai morto) e ci sono sfide in grado di
ravvivarli. In occasione del congresso nazionale della SIDO (la
società degli ortodontisti italiani) il presidente di turno,
appassionato maratoneta, ha voluto organizzare la 1a
edizione della SIDO fun run. Un circuito di 1 km di 500m in forte
discesa e 500 m in forte salita, da ripetersi 4 volte con partenza
dalla cima del Monte Mario a Roma. 150 partecipanti con anche qualche
straniero su un percorso semplice ma organizzato coi crismi da gara
seria, microchip compresi.
A uno cui piacciono
maratone e mezze e pensa alle ultratrail non è che piaccia troppo
l’idea di 4 km ma l’occasione c’è e non me la voglio far
scappare.
Di fatto non so come si
corre una 4-5 km, soprattutto...
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Ultimo aggiornamento ( domenica 26 gennaio 2014 )
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