La determinazione di Isabella
Con le mani che ancora tremano per la
forte emozione
provata, mi
accingo a rivivere oggi, attraverso la scrittura, il weekend della 24
ore Ciseranese, iniziato, per me e Matteo, alle 6 di sabato mattina con
il suono della sveglia che, per lui, ha sancito la partenza per Schio
per la gran fondo di ciclismo e, per me, il
risprofondare nel mondo
dei sogni col pensiero che un buon sonno ristoratore preventivo
potesse sopperire alla levataccia che si prospettava per la notte
seguente. Davvero ci voleva una 24 ore per farmi dormire 12 ore!
Verso le 11.30 mi alzo dal letto, decisa a riscattare, in questo primo
maggio, la
delusione dell’ora e 38 minuti di 6 giorni prima alla
mezza di Padova e, per incanalare positivamente le energie che sento
sprizzare da ogni poro,
ci dò dentro coi mestieri (ahimé, quasi
quasi era meglio fare 82km in bici) fino al primo pomeriggio quando, al
rientro di Matteo, decidiamo di prendere un gelato e fare un salto a
vedere cosa combinano i compagni di squadra.
A Ciserano ci accoglie subito un’atmosfera di festa paesana, coi camper e
i gazebo delle squadre che costeggiano la parte iniziale del giro di
‘kamikaze’ Teo
un
km, da percorrere il maggior numero possibile di volte nell’ora.
Avvistiamo subito Guido che corre davvero con una
falcata
invidiabile, che gli varrà a fine frazione, il soprannome da parte
del Presy di ‘Puma’. A vedere lui mi galvanizzo ancora di più e sono
sempre più decisa a dimenticare la tossetta che ancora mi disturba da
due settimane a questa parte, ma, soprattutto, a non tradire la fiducia
del Presy e dei compagni di squadra che hanno voluto lasciare a me,
unica
donna
sui 12 frazionisti, l’onore di chiudere la staffetta!
La squadra, quasi al completo, ci aspetta al camper procurato da
Stefano, con due belle tavolate disposte sotto un tendone, Oriana
impegnata ai fornelli e il tuttofare Rienzo a tenere i tempi ad ogni
giro. Qualcuno si accerta delle condizioni del mio
‘kamikaze’ di
marito, reduce dai 1927m di dislivello della gran fondo, visto che,
di fatto, per lui questa sarà una 36 ore… Verso le 19 lasciamo il gruppo
per tornare all’una di notte, con la squadra posizionata al
terzo
posto. Mentre Teo si scalda, io scorro velocemente i fogli coi
risultati ufficiali dei km percorsi dai compagni nelle varie frazioni e
mi pongo l’obiettivo di non scendere al di sotto dei 13, per
tenere
alto l’onore dell’altra metà del cielo. Quando è il mio turno, parto
bella decisa nell’atmosfera ovattata della notte, la cui tranquillità è
squarciata solo dalle urla di chi ha alzato troppo il gomito e incita i
compagni, dal tifo per me di Alex, che ha finito da poco la sua frazione, e dalla voce posata di Rienzo che, ad ogni giro, mi aspetta davanti al camper per dirmi il passo al km ed incitarmi. Cucciolo dei fodipé mi supera come un razzo dopo qualche giro, io provo ad attaccarmi in scia al secondo doppiaggio, ma, come capita sempre anche quando lo incrocio alla Roncola in allenamento, mi semina senza possibilità di replica. A 58’30’’ dò il cambio a Diego, che di sicuro può far fruttare meglio di me il restante minuto e mezzo della mia frazione, ed ecco che arriva il risultato ufficiale: 13,396 km! Fiera di aver fatto il mio dovere, vado a casa a riposarmi, anche se l’adrenalina non è una buona compagna per dormire… vero è, però, che ‘ansia da prestazione e adrenalina a manetta fanno la gara perfetta’, questo è il mio motto dalla prima gara che ho fatto in questa stagione.
Alle 13.30 di domenica la tensione è alle stelle. Arriviamo al campo e io cerco negli occhi di tutti i miei compagni la forza per non demoralizzarmi, visto che siamo terzi con due soli giri di vantaggio sui quarti in classifica. Incito Teo a dare tutto anche se è più stanco di me, per darmi un ulteriore giro di vantaggio sull’atleta di Vimercate; mi scaldo pensando che non poteva che finire così, con tutte le squadre che schierano il frazionista più veloce nell’ultima ora ed io sono solo una donna contro tutti gli uomini forti. E poi è il mio turno, e corro, a perdifiato,
dando tutte le energie che restano nelle gambe e usando tutta la capacità polmonare di cui dispongo per non perdere terreno, supero tutte le donne, ma
non basta, supero qualche uomo
e ancora non basta. I miei compagni sono lì, dislocati dal primo minuto, ognuno ad uno snodo del percorso, per dirmi che è tutto ok, che vado bene, per chiedermi se ho bisogno di qualcosa, acqua, k-way o cappellino, visto che mi sono presa anche un bello scroscio di pioggia nei primi giri. E a vederli così schierati io
li sento tutti con me, come se ognuno di loro mi stesse dando un po’ della sua energia. Per non deluderli, stringo i denti e continuo, ogni tanto la tosse e il raffreddore mi fanno rallentare
Tifo a bordo pista
perché non respiro bene, ma non demordo, anche se perdo qualche secondo a soffiare il naso sento le voci dei compagni, degli amici venuti a vedermi e anche dei passanti che, in fondo, sono incuriositi da me; forse non si spiegano perchè io sembri così diversa dalle altre runner della mia frazione, così matta e disperata a
non darmi per vinta nel tentare di arrivare entro l’ora per fare anche il 14esimo giro.
Per un soffio non ce la faccio, i km sono ancora poco più di 13 in 58 minuti e neanche l’
abbraccio amorevole che mi accoglie subito dopo il traguardo potrà impedirmi di dire: ‘abbiamo perso’!
Ci ho provato, ho lottato ma abbiamo perso.
Sono riuscita a ricacciare indietro le lacrime solo perché in tutta la 24esima ora ho cercato di dimostrare che potevo tenere testa agli uomini.. e spero di non avere deluso nessuno! Siamo quarti, ma per me, cari Medirun, sarete sempre i primi! Mai come oggi
sono felice di avervi scelto dopo aver passato al setaccio tutte le altre squadre della bergamasca. Ogni giorno mi impegnerò ad onorare la fiducia che mi avete dato e, soprattutto, devo dire a tutti grazie per avermi spronato a dare il massimo! Più di così davvero non ne avevo per questa volta. Ma la prossima andrà meglio, lo prometto!